Recensioni

un luogo molto bello che merita una...

1/4/18
un luogo molto bello che merita una visita
Sorgente: google Fabio Cocchi

Ottima visita e pranzo degustazione. Personale gentile....

10/24/17
Ottima visita e pranzo degustazione. Personale gentile. Generosi con i vini.
Sorgente: google Ivano Mantegazza

splendida location sorprendente e raffinata.. ottima accoglienza...

5/27/17
splendida location sorprendente e raffinata.. ottima accoglienza interessantissimi vini delineati con competenza e passione
Sorgente: google mauro mazzolini

Luogo molto interessante, sia geograficamente che artisticamente...

3/23/17
Luogo molto interessante, sia geograficamente che artisticamente parlando. Abbastanza pieno di significato dal punto di vista produttivo. Molto bello e con personale competente.
Sorgente: google Shogun Take

Struttura deliziosa, in un contesto naturalistico favoloso...

5/7/15
Struttura deliziosa, in un contesto naturalistico favoloso ed una vista incredibile. Il personale è davvero molto cortese e visitare l'azienda è stata davvero una bella esperienza. Il cibo con annessa degustazione di vino ci ha lasciato pienamente soddisfatti: piatti buoni da mangiare e belli da vedere ed una varietà di vini dal gusto raffinato. Consigliatissimo a chiunque sia alla ricerca di una tappa enogastronomica alle pendici dell'Etna.
Sorgente: google Andrea Palumbo
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Cantina e Vini

La storia della mia famiglia è unita a quella della contrada di Villagrande. Se ti piace sfogliare i libri antichi, vedrai che i miei antenati vivevano e lavoravano su queste terre già alla fine del ‘600. A inizio ‘700 il vescovo di Catania affida alla famiglia Nicolosi Asmundo il compito di trasformare le impervie terre dell’Etna da “un luogo orrido ed incolto a un delizioso giardino”. I miei antenati arrivarono fin qui su un carretto, si guardarono intorno e iniziarono a rimboccarsi le maniche, a coltivare la dura terra lavica del vulcano. Poi nel 1727 succede come nelle favole. L’imperatore Carlo VI d’Asburgo, Re di Napoli, conferisce a Don Carmelo Nicolosi il titolo di Barone di Villagrande. Così la mia famiglia mette radici sempre più salde sulle pendici dell’Etna. Il legame con l’uva diventa indissolubile, dando vita alla storia più antica di coltivazione dei vigneti su queste terre, che continua ancora oggi. Passano le generazioni, dal Regno delle Due Sicilie passiamo alla neonata Italia. L’Italia ha 8 anni quando nel 1869 Paolo Nicolosi crea la nuova cantina di vinificazione e affinamento. Ed è proprio il mio bis-bisnonno Paolo il primo a utilizzare una vinificazione separata per le uve bianche e per le rosse. Fino ad allora, sull’Etna come in gran parte d’Italia, si usava vinificare l’uva tutta insieme, senza distinzioni di vitigni e di colore. Lui la pensò diversamente. Volle creare vini diversi per valorizzare le diverse uve e loro specificità. Quello che creò Paolo fu l’antenato dell’attuale Etna Bianco Superiore. Nel 1968 quando viene riconosciuta la D.O.C. Etna, la prima Denominazione di Origine Controllata in Sicilia, il disciplinare fu scritto da mio padre Carlo Nicolosi Asmundo, docente universitario di enologia e tecniche alimentari all’Università di Catania. Abbiamo scritto una pagina importante della storia del vino dell’Etna. E la storia continua. Oggi Marco Nicolosi in qualità di Enologo e Direttore della Produzione continua a mantenere vivo l’impegno sul territorio con l’obiettivo di rispettare e valorizzare al meglio il patrimonio della famiglia e le peculiarità della zona vitivinicola. L’obiettivo dell’azienda, della famiglia e dello Staff è di condividere il patrimonio naturale dell’Etna, trasferire l’amore e la devozione di un luogo unico e speciale.

Villagrande non è solo il titolo nobiliare: è il nome della contrada di Milo dove la mia famiglia vive da oltre trecento anni. Siamo sul versante est dell’Etna, che guarda verso Taormina e il Mar Jonio. E siamo a 700 metri sul mare. Qui il clima non è siciliano, mediterraneo o continentale. Qui il clima è etneo. Temperature e precipitazioni sono influenzati dagli effetti del vulcano attivo e dall’altitudine. In autunno e in inverno la piovosità è fino a dieci volte maggiore che nel resto della Sicilia. In inverno e all’inizio del germogliamento, le temperature minime possono andare sotto lo zero risultando pericolose per la vite. D’estate la temperatura massima non è mai elevata come nel resto della Sicilia, e la pioggia è quasi inesistente, ulteriormente attenuta dalla pendenza accentuata del terreno, fortemente drenante per via della sua composizione lavica. Una vera benedizione per queste uve è la forte escursione termica fra il giorno e la notte, che nella stagione autunnale arriva fino a 30 gradi. Il risultato è una gradazione alcolica più bassa rispetto alla media dei vini siciliani, con una particolare ricchezza di acidità fissa e di estratti.