About Winery and Wines

In Famiglia si tramanda che era circa il 1781 quando, da Fornet, piccolo villaggio della Valgrisenche, oggi riemerso dal bacino di Beauregard, i nostri avi materni cominciarono a scendere fin qui ad Ollignan per rifornirsi del vino e delle castagne, indispensabili per superare i lunghi inverni montani. Erano i difficili anni della “piccola era glaciale” e gli alimenti che questa cascina forniva erano l’unico sostentamento per quelle umili e povere genti di montagna. Ereditati i terreni dalla moglie, fu poi nel 1968 che nonno Dauphin iniziò ad imbottigliare il proprio vino per presentarlo alla "II Exposision des Vins du Val d'Aoste": il successo di questa fiera stimolò l'iniziatica che potò l'azienda del Nnonnno dai 3000 mq di vigneto agli attuali 120.000. Negli anni successivi furono coinvolti tutti i 5 figli: VIncent, Giorgio, Marco, Fernando ed Eraldo ognuno responsabile di un determinato settore. Una nuova cantina fu costruita nel 2000 per poter accogliere le vendemmie sempre più ricche ed abbondanti. Nel 2011 il salto di qualità: di comune accordo si optò per la conversione Biologica, prima e, per il momento, unica cantina valdostana. Nel 2015 un ulteriore lavoro di ammodernamento ha permesso di ingrandire la cantina per accogliere tutte le 140.000 bottiglie prodotte. Ed è così che, all'alba del 2018, questo ottimo esempio di rinnovata viticoltura valdostana di eccelleza passa nelle mani della terza generazione Grosjean: Hervé, SImon, Mathieu, Didier, Josianne ed il genero Marco hanno ereditato il mandato.

VINI CLASSICI Torrette: L’assemblaggio più noto della tradizione valdostana. Il Petit Rouge, l’uva più diffusa in Valle, la fa da padrone (80%). Ricco di note floreali, in bocca si presenta fresco e morbido con moderata acidità. Gamay:: Gamay in purezza per questo vino equilibrato. Nella sua autentica semplicità testimonia il passato legame delle nostre montagne con la Borgogna. Bouquet fruttato, delicate sfumature tanniche in bocca Pinto Noir: In Borgogna, sua patria, lo chiamavano “enfant terrible”, nomignolo perfetto per questa uva, capricciosa in vigna, ma nobile ed elegante nel calice dove spiccano le tonalità del rosso rubino. Fumin: Il rappresentante più nobile dei vini rossi valdostani autoctoni. La sua rusticità montana viene esaltata dagli 11 mesi in botti di legno. All’olfatto è persistente e fine. Ampio e morbido in bocca. Syrah: Vinificato in purezza in botte di legno, si perfeziona con un affinamento per metà in Barrique. Il distintivo colore profondo inchiostro, il pepe e cioccolato al naso la fanno da padrone. Dauphin: Nel 1968 nonno Dauphin intraprendeva l’impervia strada della viticoltura eroica di montagna. 50 anni dopo, per onorare il duro lavoro, nasce Dauphin, un rosso rustico e al tempo umile, come il nonno. Chardonnay: Introdotto nel secondo dopo guerra dal canonico Vaudan, è presto diventato un classico dei vini bianchi bevuti in Valle d’Aosta. Fruttato, elegante e rotondo al palato si completa con un’eccellente mineralità.

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